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Husker Du – L’apice dell’hardcore americano

 

 

LO SPELEOLOGO

 

di NICOLAS ICARDI

 

Gli Hüsker Dü erano un’influente band americana protagonista nell’evoluzione del rock degli anni ’80 e ’90, che ha anticipato la commistione di punk e pop. Il gruppo si forma nel 1978 a Minneapolis, Minnesota, per opera di due giovani proletari, il chitarrista Bob Mould e il batterista Grant Hart. Accomunati dalla passione per i Byrds, Bob Dylan e il punk, i due formano la band con un amico di Hart, il bassista Greg Norton. L’esordio avviene nel 1979 con il nome di Hüsker Dü (che in scandinavo significa “Ti Ricordi?”). Dopo molti concerti nell’underground di Minneapolis esce nel Gennaio ’81 il loro debutto autoprodotto, il singolo “Statues/Amusement”. Quanto basta per attirare l’attenzione di Chuck Dukowski dei Black Flag, che offre loro un contratto con la New Alliance per l’album d’esordio “Land Speed Record”(1982). Il disco, che era stato registrato dal vivo nell’Estate del 81′ a Minneapolis, è formato da 17 composizioni brevissime (fatta eccezione per il brano che chiude il disco) molte sotto il minuto di durata, sparate alla velocità della luce, dense ed infuocate. Dopo il buon esordio live è la volta del primo LP in studio “Everything Falls Apart”(1983) è un disco di media durata che contiene alcuni episodi di pura matrice hardcore, un disco “minore” se paragonato però agli album successivi. Il gruppo l’anno dopo passa alla SST e pubblica l’EP “Metal Circus”(1984), che annuncia la prima svolta del sound del gruppo, che allarga i propri orizzonti stilistici oltre l’hardcore dei precedenti dischi e prepara di fatto il campo al capolavoro. Infatti lo stesso anno pubblicano il doppio “Zen Arcade”(1984), tra gli album rock fondamentali degli anni ’80. Live in studio, è un concept album dal tema classico (la maturazione di un ragazzo attraverso varie esperienze), che si sviluppa in due dischi di rock poderoso, a tratti lirico, spesso ostico nella sua intransigente durezza, innovativo non solo per l’hardcore statunitense, ma per il punk tutto. Nel 1985 sono ai vertici delle classifiche indipendenti con due album. Con il primo “New Day Rising”(1985) entrano nell’Olimpo dei più grandi gruppi di sempre. È incredibile come le canzoni siano orecchiabili e trascinanti come nel pop ma allo stesso tempo pervase da una violenza e una disperazione tipiche dell’hardcore. In particolare è la chitarra di Mould, dal suono ronzante e pastoso più che mai, a distorcere e trasformare in violente baraonde anche i pezzi più folk. Una pietra miliare per tutto il rock underground a venire. Anche il successivo “Flip Your Wig”(1985) si mantiene sulla stessa lunghezza d’onda e ne risulta una maturazione della scrittura in chiave pop, che si concretizza nell’invenzione di irresistibili parti melodiche. La band compie quindi il grande salto verso la major Warner per l’album “Candy Apple Grey”(1986) nel momento di maggiore splendore. Sebbene sia da alcuni considerato come un album di transizione, il disco contiene alcune delle cose più belle incise dal gruppo nella sua fase più pop. Il disco successivo è “Warehouse: Songs and Stories”(1987), molto curato nelle forme sonore e accessibile nei testi con un sound fresco, veloce e energico. Però la coppia Mould/Hart comincia a scricchiolare a causa della dipendenza da alcol e droghe del batterista. A far precipitare la situazione il suicidio del manager David Savoy alla vigilia del tour di supporto all’album. Il tour viene ultimato ma è l’ultimo atto del gruppo. Nel Gennaio 1988 Mould e Hart si separano e la band cessa di esistere. I due continueranno o formando altri gruppi o con la carriera solista, mentre Norton si ritira diventando cuoco. Dal “Magazzino” degli Hüsker Dü sono in tanti, anche in tempi recenti, ad aver portato via qualcosa, alcuni senza neanche ringraziare. Ma pochi quelli che hanno, anche solo avvicinato, i loro sfavillanti risultati.

Dalla loro discografia vi propongo l’ascolto di 4 tracce:

“Something I Learned Today” da “Zen Arcade”(1984), prima traccia e si parte subito in picchiata, rombo di basso e chitarra che sprigiona il caratteristico wall of sound mouldiano che lascia senza fiato.

“Pink Turns To Blue” da “Zen Arcade”, testo criptico, per una delle song più grandi degli Hüsker Dü, maestose le muraglie celestiali di chitarra e splendidi i giri armonici.

“Celebrated Summer” da “New Day Rising”(1985), traccia, che Mould compone e canta, velata di quella irresistibile melanconia, introspettiva e commovente.

“Don’t Want To Know If You’re Lonely” da “Candy Apple Grey”(1986), traccia all’insegna di un pop sempre corrosivo, ma dai toni malinconici, con le sue melodie mozzafiato. Venne ripresa poi dai Green Day negli anni ’90.

 

 

SOMETHING I LEARNED TODAY – 1984

 

 

 

PINK TURNS TO BLUE – 1984

 

 

 

CELEBRATED SUMMER – 1985 – live

 

 

 

DON’T WANT TO KNOW IF YOU’RE LONELY – 1986

 

 

 

A DOMENICA PROSSIMA…

Husker Du – L’apice dell’hardcore americanoultima modifica: 2011-08-14T20:45:00+02:00da
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